UNA VITA DI GIORNI IMPOSSIBILI, di Tabitha Bird

 

Un romanzo dai toni delicati, come i colori della copertina. Già in quella mi tuffo e assaporo i toni delicati degli acquarelli, il titolo del romanzo appeso a un filo e gli ingredienti nella quarta che mi divertono tanto e che caratterizzano i romanzi della Biplane Edizioni. Vediamo un po’ cosa c’è qui: sghimbescio, oceano-giardino, stivali di gomma, mango, ferite, ritrovarsi, tempo…

C’è voluto tempo per entrare in questa storia fuori dal comune che parte in un giorno impossibile del 1965 quando la Willa di otto anni riceve una scatola misteriosa con le istruzioni per seminare l’oceano nel giardino, per incontrare la Willa del futuro e -perché no- provare a guarire il passato e salvare il loro futuro prima che tutto si ripeta. Tutto cosa? Come trasformare la sofferenza in bellezza? Sarà possibile affrontare una vita di giorni impossibili?

I personaggi li vedi attorno a te, vien voglia di abbracciare, di rispondere a quella richiesta che è più un imperativo che invita a tornare alla semplicità dei bambini: «…vieni a disegnare con me!».

E ci si emoziona di fronte a quel fragile rapporto con Nonnina che lascia le istruzioni nel testamento: «Non mangiare le gemme di marmellata da sola. Non dimenticare mai le tue storie […] indossare vestiti dai colori allegri.»

Un romanzo che insegna tanto e che lascia spazio alle emozioni. Da leggere con pazienza perché tutto possa decantare. Dedicato a tutti quelli che sono feriti perché possano “avere l’oceano. Si dice che il sale guarisca.”

Recensione di Erika Polimeni

UNA VITA DI GIORNI IMPOSSIBILI, di Tabitha Bird