TIFLIS. Un giorno di pioggia, di Giuseppe Scarimbolo (Europa Edizioni)
Un consiglio per gli amanti dei gialli e delle storie ad alta tensione, unite a una splendida e inedita ambientazione.
Beppe, geometra, lavora presso l’ufficio tecnico del comune. Ha l’hobby della pittura: i suoi lavori prendono spunto da soggetti particolari che fotografa in paesaggi altrettanto particolari, come l’alveo del Tiflis, un antico corso d’acqua ormai ridotto a una “lama”, perennemente a secco tranne che nelle rare occasioni di abbondanti piogge che lo trasformano in un tumultuoso torrente. Durante un’escursione, dopo un violento temporale, si accorge di aver ripreso il cadavere di un uomo. Tra paura e curiosità, da quel momento la sua vita cambia. Le sue notti sono popolate da strani sogni che lo lasciano sempre più disorientato, trova un singolare anello con al centro un albero stilizzato, viene avvicinato da una vecchietta che fa inquietanti discorsi riguardanti il demonio dagli occhi di fuoco che ha visto uscire dalle rocce: è solo frutto della stanchezza o sta accadendo qualcosa di strano in cui lui stesso si trova invischiato? Coinvolto dal commissario nella ricerca del colpevole dei delitti, che continuano ad aumentare, si ritrova a vivere avventure surreali, a volte anche in compagnia della sua, ignara, compagna. Dopo una serie di colpi di scena, le indagini assumono un risvolto inaspettato, e Beppe non si risparmia per aiutare a far luce sul caso, spinto dal desiderio di giustizia e dalla speranza di poter assistere, un giorno, alla realizzazione del suo sogno: la lama del Tiflis trasformata in un’oasi naturale e in un museo a cielo aperto.
Un originale racconto che prende le mosse dal giallo classico ma che assume poi i toni della letteratura d’inchiesta e di denuncia, narrato con piglio sicuro e ottima padronanza dell’intreccio.
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