Pierre Turcotte torna in libreria con Il Biglietto Sbagliato e noi lo abbiamo intervistato

Pierre Turcotte torna in libreria con Il Biglietto Sbagliato e noi lo abbiamo intervistato

Pierre Turcotte, scrittore italo-canadese,  ha esordito con Dietro I Paraventi (Mursia, 2018) e ha poi dato seguito a una carriera di successo con la pubblicazione di altri cinque titoli, che hanno ottenuto diversi riconoscimenti nell’ambito di festival e concorsi letterari; oggi torna in libreria con Il Biglietto Sbagliato (Youcanprint, 2023) e noi lo abbiamo intervistato.

Una villa misteriosa, due fratelli che non si parlano da anni, un segreto a lungo taciuto ma impossibile da dimenticare. Sono gli ingrediente alla base del tuo ultimo romanzo, Il Biglietto Sbagliato: come è nata l’idea?

Per Il Biglietto Sbagliato l’idea di origine è quella della “seconda possibilità”, dell’illusione di poter tornare a un punto di origine per orientarsi verso scelte differenti.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Non mi interessa che i miei personaggi mi assomiglino o mi rappresentino ma credo sia impossibile scrivere senza che il proprio vissuto emerga, rivelando zone anche molto intime della propria personalità e della propria essenza.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

So accettare elogi e critiche senza reazioni particolari e apprezzo i suggerimenti e le richieste di approfondimento; credo molto nell’effetto “specchio” che i lettori possono offrirti, essendo terribilmente difficile giudicare con obiettività il proprio lavoro.   

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Se sento una canzone che mi attrae in modo particolare, sono tra quelli che si dicono “vorrei averla composta io” e lo stesso avviene per un libro:

se di valore mi coinvolge in profondità ed essendo io un discreto lettore, a un certo punto la cosa è venuta da sé.

Pierre Turcotte

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittori/scrittrici senti di poterti ispirare?

Amo il tessuto più della trama e apprezzo la bella scrittura più del racconto stesso: preferisco una brutta storia raccontata bene a una bella storia raccontata male, perciò  mi lego ad autori che sanno tradurre i pensieri con perizia, se non addirittura virtuosismo, come Scott Fitzgerald,  Cunningham, Marquez, Roth… che tra l’altro non ci costringono a scegliere tra una bella trama e un bel tessuto: sono perfetti in tutto!

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Non molto, ma la passione trascina e l’insonnia aiuta: mi concede ogni giorno un paio di ore in più per scrivere.

Come ti descriveresti, come lettore?

Disordinato e incoerente: leggo di tutto, posso fissarmi coi classici di un certo contesto storico (i grandi ottocenteschi per esempio), come con gli autori di un certo paese (i sudamericani, i russi, gli afgani…), ma passo anche periodi senza libri sul comodino, perché la lettura aiuta a scrivere, ma anche distoglie; quindi vanno trovati gli equilibri, soprattutto se l’altro lavoro occupa la maggior parte della giornata.

Perché hai scelto di auto-pubblicare il tuo nuovo libro?

Perché un editore piuttosto importante mi aveva proposto di trasformare il testo in modo da rendere prevalente (se non esclusivo) l’elemento giallo/thriller del racconto, per poterlo così inserire in un filone di genere, sacrificando però tutta la profondità dello strato psicologico e del dramma umano del racconto; dopo un po’ di tira e molla ho fatto una scelta poco conveniente sotto l’aspetto utilitaristico, ma ben felice di salvare la coerenza del mio punto di vista e poi, oggi, la scelta consapevole di auto-pubblicarsi è condivisa anche da molti autori ben più autorevoli di me, e mi conforta sapere che, spesso, si tratta di decisioni coraggiose, ma bene accolte.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Non ho molta esperienza in merito: sono attivo, sotto questo profilo, da pochissimo tempo ma posso dire di aver trovato un mondo curioso, ricettivo e piuttosto incline ad assaggiare novità e concedere spazio a chi lo cerca.

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