Patrizia Mazzini è l’esordiente autrice di  Annetta Non E’ Una Buona Forchetta: novitainlibreria.it l’ha intervistata

Patrizia Mazzini è l’esordiente autrice di  Annetta Non E’ Una Buona Forchetta (NPS, 2021): genovese, insegnante in pensione, ha da poco scoperto il suo talento per la narrativa destinata ai piccoli lettori. L’abbiamo intervistata per voi.

Come è nata l’idea alla base di Annetta Non E’ Una Buona Forchetta?

Da un’esperienza personale, l’ho scritta per la mia nipotina Alice, inappetente e molto selettiva nella scelta dei cibi: la fiaba è piaciuta molto e dopo aver chiesto di ascoltarla numerose volte, Alice ha deciso di  illustrare i personaggi e le fasi del racconto e nel frattempo ha cominciato ad assaggiare cibi diversi e in breve tempo non ha più fatto capricci per mangiare. Soprattutto, però, la storia vuole veicolare un messaggio di speranza: dentro se stessi si può trovare la forza  per risolvere una situazione di difficoltà, facendo leva sulle proprie capacità e sull’aiuto degli altri.

Ti va di raccontarla anche a noi?

La protagonista è Aurora, una bambina allegra e socievole, che però trova mille scuse per non mangiare.

Una sera, mentre i genitori l’hanno lasciata sola a tavola, le fa visita la fata Annetta, che la convince a seguirla nel suo castello: lì – le assicura – troverà tanti bambini per giocare e nessuno che insista per farla mangiare. Ben presto però Aurora scoprirà che non tutto è come sembra. In suo aiuto arriverà il mago Gaetano Mangiasano, che la salverà e le farà scoprire la piacevolezza di un pasto in compagnia.

 Perché hai scelto questo particolare stile narrativo?

Ho scelto di usare il linguaggio del pensiero magico, che è caratteristico del bambino, per affrontare un tema delicato come quello del rifiuto del cibo, i disturbi alimentari e l’importanza di una sana alimentazione tematiche già importanti a partire dall’infanzia.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

 In questa fiaba ci sono il mio passato, il mio presente e il mio futuro: anche per me c’è stato un periodo in cui non sono stata una buona forchetta e ho conosciuto un “mago” che mi ha aiutato a scoprire in me stessa un potenziale di risorse che non pensavo di possedere e che mi ha permesso di trovare le soluzioni per vivere con serenità la mia vita.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Ho iniziato la mia fiaba con questa tipica espressione  per far aprire ai miei lettori le porte dell’immaginazione e farli immergere, come per magia, in quel mondo fantastico collocato nel tempo senza tempo della fantasia, dove tutto è possibile.

Vorrei che i miei lettori, divertendosi, si lasciassero coinvolgere dalle avventure della protagonista, si identificassero in lei e, in un’atmosfera serena e  giocosa, recepissero quei messaggi che razionalmente non riuscirebbero a comprendere

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittori/scrittrici senti di poterti ispirare?

Ho sempre amato il mondo delle fiabe e mi sono ispirata alle fiabe classiche e moderne: da bambina, ogni volta che le ascoltavo e in seguito quando ho imparato a leggere da sola, ero catturata dalla magia delle situazioni e dal fascino dei personaggi, perché la fiaba è uno strumento privilegiato per accedere alla sfera emotiva del bambino , in quanto utilizza un linguaggio fatto di simboli e immagini e parla direttamente al cuore.

E’ stato difficile lavorare al tuo primo libro?

Durante il periodo dell’emergenza sanitaria avevo parecchio tempo a disposizione e scrivere mi ha aiutato a superare quel periodo acuto della pandemia: ho anche collaborato alla revisione editoriale.

Che tipo di lettrice sei?

Amo molto leggere e considero un libro un ottimo compagno per viaggiare nel mondo della fantasia e dell’immaginazione: quando leggo una storia mi immedesimo nei personaggi, assaporo pagina per pagina le loro avventure e vivo intensamente le loro emozioni, divenendo più consapevole di me stessa e comprendendo meglio il comportamento degli altri, perché vedo il mondo dalla loro prospettiva.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Ho conosciuto la casa editrice NPS Edizioni a una fiera di libri e ho potuto constatare di persona l’accuratezza nella scrittura, nel contenuto e nella scelta grafica delle loro pubblicazioni, soprattutto per quanto riguarda la collana per bambini: copertine colorate e accattivanti, un formato quadrato molto maneggevole, bellissime illustrazioni all’interno lasciate in bianco e nero per permettere ai piccoli di colorarle.

Ho provato a inviare il mio manoscritto e in pieno lockdown mi è arrivata la proposta di pubblicazione del libro: due curatrici del libro mi hanno assistita nella revisione editoriale e  una di loro ha realizzato anche i disegni.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Sono poco tecnologica ma ritengo che le reti sociali, specialmente in questo periodo, siano un ottimo strumento per fare conoscere a una vasta platea le case editrici e i loro scrittori pubblicizzando le uscite dei libri e gli eventi in programma. Naturalmente ciò non può sostituire il contatto diretto con il lettore attraverso presentazioni, fiere e letture animate.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei proseguire le letture animate che avevo cominciato alla fine dell’estate scorsa con le curatrici del libro e che erano state occasione di divertimento non solo per i bambini, ma anche per noi. E poi chissà, per affrontare una nuova situazione problematica con le mie nipotine potrei scrivere un’altra fiaba…

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