Pacchetto poesia: Protoparole + Aleph – Antonio Cretella

Pacchetto poesia: Protoparole + Aleph – Antonio Cretella

COMUNICATO STAMPA


Pacchetto poesia: Protoparole + Aleph, di Antonio Cretella
Lulu che fa storie, collana Ayat, ebook euro 1.99, ISBN
https://luluchefastorie.it/prodotto/aleph-protoparole-pacchetto-poesia/

“Aleph” e “Protoparole” costituiscono la “dilogia del
regresso”: se “Aleph” giunge alla prima lettera del
primo alfabeto alla ricerca di una significanza radicale,
“Protoparole” viaggia ancora più indietro,
dall’embrione al gameto, alla primitività istintiva della
comunicazione. Alla foresta di simboli di Baudelaire
che rimandavano a una realtà superiore e nascosta, si
sostituisce una galleria di simboli ancora adespoti,
liberi di non voler dire niente, con la parola che esplora
non la sua infanzia, ma la sua preesistenza, si spinge
oltre l’atomo a scoprire i quark che la compongono a la
motivano.

Due libri di poesia al prezzo di uno.
ALEPH è la prima lettera dell’alfabeto fenicio, parente evidente dell’alfa greca e della a italiana,
alfabeti nei quali il suono A rappresenta sempre il cominciamento, l’inizio, anche metaforico e
figurato: “Io sono l’alfa e l’omega”, dice la divinità per indicare di essere origine e fine di tutto.
“A” colonna sonora del creato, ma anche suono viscerale dell’urlo più forte che l’uomo può
emettere nel dolore, che in queste poesie si concretizza nella mancanza di una persona cara.
PROTOPAROLE, invece, è più una riflessione sul soggetto e sulla società che lo circonda, un
canto sospeso tra sé e gli altri, nell’impossibilità di essere senza poter decadere.

Una riflessione critica di Diego Schiavo
Al di là del tempo delle piramidi e delle più antiche mura scolpite dell’Anatolia l’essere umano
è riuscito, quasi inconsapevolmente, a creare qualcosa di realmente durevole: il suono e il
ritmo delle parole. Se la lingua cambia costantemente e si adatta, nelle radici arcaiche delle
parole è possibile scorgere quel bisogno di dare nome e senso alla realtà. Un’urgenza talmente
potente che quando per la prima volta il suono e il concetto si uniscono formano un legame
virtualmente inscindibile, una forza quasi atomica che decade in modo lentissimo nei millenni.
Di quel big bang semantico le parole portano tracce residuali nelle loro radici, negli etimi, nella
strutturazione, nella disposizione degli accenti. Nulla di più durevole che la cosa più
immateriale quindi: il verbo. Quel verbo stesso che è origine del tutto. Perché, ormai lo
sappiamo, la parola non descrive i mondi, ma li crea. Di questo paradosso Antonio Cretella è
testimone e cantore. Nei suoi versi la parola è materia tridimensionale e porta il respiro di tutto
quello che l’Autore ha dovuto togliere per trovarne l’essenza. Una parola scultorea, materiale e
materialista eppur trascendente. Sembra quasi essere stata mondata dal tempo che la separa
dalla sua origine, anzi, sembra che quel tempo non sia affatto passato.

(Diego Schiavo è sound designer, autore, sceneggiatore, regista. Scrive commedie per il teatro
e documentari storici per il cinema. I suoi lavori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti
nazionali e internazionali. Da anni tiene corsi sull’interazione tra suono e senso. Ha
collaborato, tra gli altri, con Peter Greenaway, Emir Kusturica, Giuseppe Bertolucci, e molti
altri).

L’Autore.
Antonio Cretella, classe 1980 è docente di lettere. Ha pubblicato le raccolte di poesia “Aleph”,
premio speciale del presidente di giuria a “Bologna in Lettere” 2018, e “Protoparole” per Lulu
che fa storie. Ha pubblicato come Alan Elettronico l’album musicale “Electric Dream”.

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