novitainlibreria.it intervista Luigi Bruno, autore del romanzo Zitti Tutti

novitainlibreria.it intervista Luigi Bruno, autore del romanzo Zitti Tutti

Nato in Sicilia ma residente da anni in Toscana, Luigi Bruno è l’autore di Zitti Tutti (Europa Edizioni, 2021), romanzo di formazione che racconta la crescita di un giovane chiamato a confrontarsi con sfide difficili e decisioni importanti. Novità in Libreria l’ha intervistato per voi.

Che tipo di libro è Zitti Tutti

Un libro nato dal malessere, nel quale si parla di  morale e valori sociali.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Zitti Tutti è quasi una mia autobiografia, ho attinto dalle mie esperienze, dai miei viaggi, dalle persone che ho conosciuto:  credo che aver conosciuto tante storie, fortunate o meno, mi abbia spinto a condividerle, per portare ai lettori   un poco della  vita dei protagonisti, per soffrirne e gioirne con loro e credo che questo faccia bene.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Li prego sempre di criticarmi, e loro mi descrivono sensazioni e dubbi; io non provo a correggerli, mi limito a spiegare le mie scelte, rispettando la loro convinzione, perché credo che solo così si possa migliorare. 

Quando hai deciso di diventare uno scrittore?

Non credo che ci sia una molla che scatta, un semaforo verde o un bivio con direzioni opposte indicanti “impiegato” e “scrittore”, presumo sia piuttosto un raggiungere la consapevolezza di esserlo: ti senti scrittore quando l’editore ti chiama così, quando i lettori ti fanno un complimento o ti chiedono se stai lavorando a qualcosa di nuovo e se possono avere una copia del libro.

Vuoi raccontarci il tuo esordio letterario?

Chiudo La Porta, il mio primo romanzo rimasto inedito, nacque dal bisogno di raccontare a me stesso e agli altri l’esperienza di una grave malattia, cosa avevo vissuto e provato e, soprattutto, come ne ero uscito; gli incoraggiamenti di amici e familiari, nonché la soddisfazione personale, mi spinsero a continuare con l’attività narrativa, così scrissi Babbo, nel quale descrivo una società azzoppata da una politica inesperta ed inefficace, ma anche questo è rimasto inedito.

Tuna Bridge, invece, è il primo libro che ho pubblicato, nel 2007, su suggerimento di una collega che mi propose di inviare il manoscritto al Gruppo Albatros (ex Il Filo), che mensilmente valutava gli esordienti: il libro piacque e mi proposero la pubblicazione ma l’editore non curò la promozione e le circa mille copie vendute avevano visto solo il mio personale impegno. Personalmente non mi interessa vendere copie, ma ritengo fondamentale che ciò che scrivo venga letto.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Credo che il verismo abbia influenzato molto il mio modo di scrivere perché io presento persone in un contesto sociale, utilizzando una lingua semplice, quotidiana.

Ho molto amato anche Il Vecchio E Il Mare, di Hemingway, con la sua capacità di comunicare al lettore ogni pensiero, timore e orrore di quel vecchio trasformando un paio di giorni in mare in duecento pagine.

È facile conciliare l’attività di con la vita di tutti i giorni?

Io ormai sono un vecchietto di 58 anni e per me è facile sfruttare ogni singola ora per scrivere; all’inizio, avevo bisogno di assoluto silenzio e scrivevo solo nella notte ma adesso scrivo anche durante il giorno e non mi importa se vengo interrotto, mi sento molto più libero, in grado di scrivere ciò che penso nonostante tutto e tutti.

Come ti descriveresti, come lettore?

Saltuario: non cerco più classici, credo che mi abbiano già trasmesso molto, e preferisco leggere testi di autori come Folco Quilici, Maurizio Coppola, Zero Calcare, Chelini Mauro, Mario Ferrante e Massimo Casalini, autori che amano sviscerare un pensiero o un personaggio offrendone l’anima a chi si vuole arricchire.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Avevo il manoscritto di Zitti Tutti nel cassetto da quasi sei anni, non valutando positivamente la mia precedente esperienza di pubblicazione: su consiglio di un amico, però, lo inviai a Europa Edizioni ma senza farmi illusioni. 

L’editore in questione mi chiamò dicendosi  entusiasta e io dissi subito che non intendevo essere preso in giro, come nel 2007, e che avrei pubblicato solo con un reale impegno di promozione da parte dell’editore; sorpresi dalla mia reazione, i responsabili di Europa Edizioni mi inviarono subito una bozza di contratto, già firmata dal loro direttore, e in autunno il libro è uscito nelle librerie ed in tutte le rivendite in rete, con tutti i punti del contratto rispettati.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

La rete ha gioco facile nella divulgazione e contribuisce enormemente al “passaparola” , ma pubblicare affidandosi solo alla rete ha molti svantaggi, perché manca l’impegno dell’editore nella promozione.

A questo proposito, è fantastico che esistano gruppi  Facebook dedicati ai libri e alla lettura ma dovrebbero lasciare più spazio agli sconosciuti, perché   Camilleri, Coelho o  King non hanno bisogno di pubblicità, le librerie saranno sempre piene dei loro libri e gli indecisi li compreranno comunque.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sta per uscire, Bios: il mio nuovo romanzo, atteso per la fine del 2022.

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