novitainlibreria.it Intervista con Enrico Pasini, autore esordiente di “Giallo miele” (Edizioni Croce)
Enrico Pasini, di Roma, è cofondatore della rivista specialistica «Apinsieme – Rivista Nazionale di Apicoltura». È al suo esordio letterario con il romanzo Giallo Miele (Edizioni Croce, 2021). Lo abbiamo intervistato.
Come è nata l’idea di un giallo con al centro il miele?
Sul treno che mi portava al lavoro: l’intuizione iniziale è stata quella di dare corpo e volti alle persone che incrociavo durante il viaggio. Cosa aveva di chiaro e cosa di scuro tutta quella popolazione che mi sedeva di fronte? Il titolo, “Giallo miele” non era ancora delineato ma la trama assumeva, viaggio dopo viaggio, la sua connotazione: una spy-story, un intrigo internazionale dove potessero convivere persone normali, poco avvezze all’azione e più alla riflessione, e professionisti del crimine e dello spionaggio.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
Mi è venuto spontaneo partire dalla mia “professione” attuale, la rivista di apicoltura, con il miele come elemento di unione tra i vari personaggi ma ho attinto anche dalla mia passata esperienza lavorativa nel mondo ICT; è indubbio che ogni libro porta in sé esperienze, notazioni, ricordi riconducibili alla propria vita ma è importante ricordare che si tratta comunque sempre di opere di fantasia.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Sai il libro, come me, è agli esordi e sarei un millantatore se dicessi che ho migliaia di lettori, ma con quelli che conosco e quelli con i quali vengo a contatto durante le presentazioni si instaura un buon rapporto di fiducia: mi dicono “racconta storie che incuriosiscono e non barare. Tutt’al più, piccole omissioni”. È la loro aspettativa e spero di non deluderli.
Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?
Su quel treno.
Quali sono i scrittori preferiti?
Mi piace confrontarmi con storie e racconti che mi consentano due approcci: scoprire oltre, scoprire dentro e mi è più consona la letteratura contemporanea, con gli italiani Calvino, Eco, Pasolini, Sciascia, Silone, Vittorini. Nel genere giallo, amo Fred Vargas, Lucarelli, Manzini, De Cataldo, Carofiglio, Camilleri. Ultimamente ho conosciuto e sto apprezzando Morlupi.
È facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Come amministratore dei miei orari di lavoro, libero professionista, posso scegliere tempi e momenti da dedicare alla scrittura.
Come ti descriveresti, come lettore?
Curioso e metodico, forse maniaco: quando leggo un libro, specie se “giallo”, compilo delle schede cartacee man mano che incontro i protagonisti, per evidenziarne gli aspetti psicologici e per tenere traccia delle relazioni che si instaurano, nonché come segnalibro.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro.
Intorno a fine 2020 ho iniziato a inviare il manoscritto ad alcune case editrici, puntando su quelle di nicchia: dopo qualche rifiuto e qualche richiesta di pubblicare a pagamento, mi ha accolto Fabio Croce, storico editore di Roma. Una persona squisita dal lato umano e professionale che mi ha dato fiducia e lo devo ringraziare.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Oggi riversiamo tempo e passione sulle reti sociali, cercandovi una comunità innovativa, cooperazione, comunicazione diffusa ma è ma la qualità dell’ informazione e della cultura a farci crescere: affidare ai social la possibilità di auto- promozione diventa una opportunità da valorizzare.
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