NOVITAINLIBRERIA.IT ha intervistato Roberto Pozza, autore di Dislocazione, pubblicato da Albatros.
Parlaci di te: una piccola biografia
Ingegnere, prestato alla gestione di impresa, consulente e formatore. Mi occupo di innovazione e cambiamento . In qualche modo, aiuto le imprese e le organizzazioni a stare al passo con i tempi: cogliere le nuove opportunità , soddisfare nuove necessità dei clienti, utilizzare le tecnologie emergenti.
Come nasce il tuo interesse per la scrittura?
Ho sempre avuto un rapporto complesso con la scrittura, quasi di odio e amore. Mentre con la parola parlata ho una fluidità estrema sin dalla giovinezza, per quanto riguarda quella scritta mi trovo sempre in difficoltà. Tutte le idee che vorrei esporre premono per diventare parole e frasi scritte e non lo fanno in modo ordinato , ma quasi avessero in corso una competizione tra di loro si accalcano sul foglio sovrapponendosi contraddicendosi lottando ciascuna per la supremazia. Quello che ne esce è un lavoro lungo di messa a punto fatto di correzioni e di modifiche continue. Però di grande soddisfazione quando alla fine, per magia, sembra tutto raggiungere l’equilibrio.
E quindi hai iniziato a scrivere.
Proprio per questa necessità di comunicare oltre che con la parola parlata anche con la parole scritta ho iniziato a cimentarmi sui temi professionali che mi contraddistinguono nel lavoro . Ho scritto cinque libri sparsi lungo la mia carriera, ma da sempre avevo in mente di scrivere dei racconti. La prima volta ci ho provato più di vent’anni fa. Questa necessità è legata ad una mia antica passione i racconti del fantastico ed in particolare la fantascienza. I primi libri che presi in mano furono quelli di Salgari e di Verne, e forse queste letture mi hanno influenzato addirittura nell’indirizzare la mia carriera professionale. Poi Urania, una infinità di storie in mondi lontani e fantastici.
Così accade ogni tanto che mi metta a fantasticare e immagini realtà diverse, e cosi nascono delle storie. Inutile dire che il tentativo di venti anni fa abortì miseramente, come un altro tentativo fatto dopo altri dieci anni.
Li cito perché comunque sono rimasti ancora veri e propri progetti che non ho smesso mai di traguardare. Il primo ora è diventato un racconto breve, mentre il secondo è un piccolo romanzo in elaborazione, scritto con scrittura lenta, per così dire.
Parlaci del tuo ultimo libro, un racconto, quindi: come è nata l’idea?
Il romanzo che ha avuto compimento è Dislocazione e nasce come gli altri due da una idea, una intuizione che ha come elemento cardine il viaggio nel tempo, un viaggio realizzato come nessun altro scrittore lo aveva immaginato in precedenza, così spero vivamente. La storia parte ai giorni nostri e si articola nel futuro , un omaggio a Verne, che ambientava i suoi romanzi nel suo presente ma anche a “La macchina del tempo” di H. G. Wells,.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
I primi lettori sono stati gli amici, ai quali ho offerto il ruolo di critico letterario e la sorpresa è stata che effettivamente ognuno di loro ha interpretato il racconto, proiettandolo nel suo immaginario, nel suo vissuto, rendendo l’esperienza soggettiva, forse addirittura impenetrabile per certi aspetti alla mia interpretazione. E’ stata una sorpresa.
Come ti descriveresti, come lettore?
Caotico. Leggo di tutto, passo da un genere ad un altro, mi stanco e riprendo. Ma è così che ottengo le massime soddisfazioni.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori deli colossi dell’editoria?
Le nuove tecnologie della comunicazione stanno imprimendo una forte svolta all’editoria e se da un lato rappresentano una grande sfida agli operatori tradizionali costringendoli a prendere atto che il loro modello non è più adeguato, dall’altro aprono enormi possibilità proprio a chi prima era tagliato fuori dalle logiche delle grandi case editrici. Si sono moltiplicati gli spazi a disposizione da un lato facilmente accessibili ai produttori di contenuti, dall’altro rapidamente disponibili ai fruitori di contenuti. Come in altri settori si è accorciata la filiera e cioè i soggetti intermediari necessari alla pubblicazione spesso non hanno più ragione di esistere , e si sono moltiplicati i luoghi di incontro dove poter confrontarsi direttamente tra autori e lettori.
Credo che non si tornerà più indietro.
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