NOVITAINLIBRERIA.IT ha intervistato Lucia Serracca autrice di Salmo XXIV
“Nella Venezia magica e misteriosa del Carnevale, il brano ritrovato di un autore semisconosciuto scatena la caccia a un segreto nascosto da tempo e al potere che può procurare”. E’ così che si presenta Salmo XXIV (Le Mezzelane Casa Editrice), romanzo d’esordio di Lucia Serracca una delle scrittrici emergenti più interessanti del momento: la sua prima opera è da poco sugli scaffali delle librerie ma ha già catturato l’interesse dei lettori. Il Passaparola dei libri l’ha intervistata.
- Raccontaci qualcosa di te.
Mi definisco “un’ umanista che crede testardamente nella scienza”.
Sono laureata in Biologia e lavoro presso l’Università di Siena, però ho la maturità classica e quindi una formazione profondamente umanistica, oltre che scientifica. I grandi temi della scienza mi attraggono e mi coinvolgono, oggi più che mai, ma sono anche una grande appassionata di Storia dell’Arte, di cinema, teatro e fotografia.
- Come nasce il tuo interesse per la scrittura?
È difficile rispondere a questa domanda. In realtà scrivere mi è sempre piaciuto, fin da piccola. Sono sempre stata una grande lettrice, ho cominciato con le fiabe di Andersen – ricordo ancora la copertina del libro – e non mi sono più fermata, e se è vero, com’è vero, che si scrive perché si è letto, probabilmente i due interessi sono a poco a poco confluiti l’uno nell’altro. Mi appassiona il racconto, nel senso di raccontare una storia che possa coinvolgere e appassionare chi ascolta o chi legge, che riesca a toccare corde nascoste oppure semplicemente a divertire o far riflettere. E mi interessa la scrittura in ogni sua forma: narrativa, poesia, sceneggiatura cinematografica o drammaturgia. Quando vedo un film o un’opera teatrale, se mi è possibile, mi piace risalire alla sceneggiatura, al testo scritto.
- Parlaci del tuo libro: come è nata l’idea?
La suggestione più forte è stata la città di Venezia e il suo Carnevale. Io lavoro a Siena, e in un certo senso sono abituata alla bellezza e alla magia delle città d’arte, ma la seduzione che Venezia ha sempre esercitato su di me è davvero molto potente, una città unica che affascina sotto ogni aspetto.
Ho pensato che una storia ambientata a Venezia durante il Carnevale potesse essere suggestiva; inoltre mi piacciono molto i romanzi storici e i thriller, e sono stata influenzata dalle mie letture, soprattutto dal saggio di Michael White “Newton, l’ultimo mago”, in cui si racconta come il grande scienziato fosse molto attratto dallo studio dell’alchimia e di altre antiche discipline legate al mondo esoterico, forse nel tentativo di conciliare scoperte scientifiche e spiritualità, un’esigenza avvertita da molti studiosi dell’epoca. Da qui ho tratto ispirazione per il contesto storico in cui “Salmo XXIV” affonda le radici; in “Salmo XXIV” si parla tanto di musica, si parla di arte, di dipinti, di affreschi; si parla di scienza e di storia della scienza. Tutti argomenti che hanno sempre acceso la mia curiosità.
- Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Cerco di ascoltare le critiche. Non è facile, credo, per uno scrittore sentirsi dire cosa non va nella sua “creatura”, e infatti la prima reazione è molto simile allo sdegno! Ma le critiche sono la cosa più preziosa che un lettore può offrire a uno scrittore che ama o che, comunque, vuole conoscere. Aiutano tantissimo a prendere le misure della propria scrittura. Ascolto, è ovvio, anche gli apprezzamenti, che fanno sempre tanto piacere, e sono anch’essi una misura dell’efficacia, della resa della scrittura e del racconto.
- E con la lettura?
Non riesco a immaginare una vita senza libri, senza lettura. Quello che sono come persona è anche il risultato di tutto ciò che ho letto, e spero di continuare a evolvere grazie anche a quello che leggerò. La lettura è un’importante forma di libertà, forse una delle più importanti: chi legge ha la possibilità di conoscere nel senso più lato del termine.
- Come ti descriveresti, come lettrice?
Leggo di tutto, anche se ho delle preferenze, naturalmente, come ogni lettore: romanzi storici, thriller e noir, ma leggo anche saggi. Ho terminato da poco Helgoland, un saggio del fisico Carlo Rovelli sulla vita di Werner Heisemberg. Ho i miei “numi tutelari”, grandi modelli di scrittura e che ogni tanto rileggo, ma tutti gli scrittori mi attirano, cerco di leggere quanti più autori possibile. Negli ultimi anni mi hanno molto affascinato Donna Tartt, Paul Auster ed Elena Ferrante.
- Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per una scrittrice indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Essenziali. Uno scrittore non supportato da una grande casa editrice ha una scarsissima possibilità di farsi conoscere. È difficile raggiungere la stampa e i mezzi d’informazione locali, figuriamoci quelli nazionali. E anche le librerie è difficile che mettano il tuo libro in vetrina: lo posizionano su qualche scaffale a disposizione di chi ne faccia eventualmente richiesta: nessuno ti prende in considerazione se oltre ad essere un illustre sconosciuto non hai un editore tra i più importanti.
Molti obiettano che se non hai pubblicato con una grande casa editrice è perché il tuo libro vale poco: qualche volta è vero, ma la cosa più difficile è farsi leggere da un grande editore e le case editrici sono sommerse da manoscritti di aspiranti scrittori; spesso nemmeno le agenzie letterarie sono di grande aiuto: quelle piccole hanno una voce debole e propongono solo editing su editing, quelle più grandi spesso hanno costi proibitivi e non si occupano molto di esordienti. Nel mio caso devo dire grazie a Firenze Libro Aperto – una bella manifestazione che, però, si è interrotta dopo solo due edizioni – che ha dato la possibilità di presentarsi alla piccola editoria non a pagamento. Sono così entrata in contatto con Le Mezzelane Casa Editrice, che ha trovato interessante il mio libro e l’ha pubblicato. Ma resta il problema di farsi pubblicità, di farsi conoscere, ed è qui che le reti sociali assumono un’importanza rilevante. Gruppi e pagine che si occupano di libri, su Facebook, Instagram e altri social, sono un mezzo imprescindibile per avere un po’ di visibilità, e in questo momento particolare, con una pandemia in corso, con la chiusura, purtroppo, di ogni tipo di manifestazione culturale e l’impossibilità di organizzare presentazioni dal vivo, diventano l’unica via praticabile. Ben vengano, quindi, iniziative come quella di UnLibroTiraLAltroOvveroIlPassaparolaDeiLibri che offre questa possibilità.
- Come descriveresti brevemente il tuo libro?
Le Mezzelane Casa Editrice lo presenta così:
“Nella Venezia magica e misteriosa del Carnevale, il brano ritrovato di un autore semisconosciuto scatena la caccia a un segreto nascosto da tempo e al potere che può procurare”.
Posso solo aggiungere che se dovessi descrivere il mio romanzo in una sola frase, direi che è la storia della ricerca di uno spartito perduto, di un amore lungo quattro secoli, di un segreto che può uccidere.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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