novitainlibreria.it ha intervistato lo scrittore Giovanni Messina
Nato in Sicilia ma residente in Toscana, Giovanni Messina è l’autore di diversi libri, perlopiù a carattere umoristico tra i quali ricordiamo Elogio Del Paradosso (Scipioni, 2002), Diario Di Una Guerra Quasi Giusta (Nonsoloparole, 2003) e Il Miglior Ristorante E’ Un Ristorante Chiuso (Costa & Nolan, 2009): è tra i fondatori della casa editrice OMBand che pubblica autori contemporanei e classici italiani e stranieri.
In occasione del suo ultimi scritto, il pamphlet Intervista Alla Stupidità, Novità in Libreria lo ha intervistato.
Come nasce l’idea per un nuovo libro?
Non saprei, forse non tutti i libri nascono in un momento preciso. Ci sono delle cose che ti colpiscono e sulle quali ti ritrovi spesso a riflettere, finché a un certo punto di viene il desiderio di dare una forma più strutturata a tali riflessioni e così va nascendo il libro.
Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?
Come probabilmente tutte le persone che scrivono, dilettanti e professionisti, mi pare un desiderio che ho sempre avuto.
Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittori/scrittrici senti di poterti ispirare?
Amo i grandi romanzieri della letteratura russa e anche francese, ma quelli che più mi ispirano sono autori come Erasmo, Swift, Saramago, Flaiano, ecc.
È facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Parlando da dilettante, direi di sì. Si concilia con la vita di tutti i giorni come qualsiasi altro hobby.
Che tipo di lettore sei?
Assiduo e curioso, a volte metodico, a volte impulsivo ma sempre attento.
Oggi è possibile auto-pubblicare i propri libri attraverso le grandi piattaforme di self-Publishing: come scrittore ed editore, come valuti questa opportunità?
Per chi scrive oggi l’auto-pubblicazione è obiettivamente la via più semplice perché le case editrici sono così sature di manoscritti che spesso non hanno nemmeno la possibilità di leggerli e risponderti; le grandi piattaforme, invece, ti offrono l’opportunità di sottoporre subito il libro al giudizio del lettore.
Certo, un libro pubblicato da un grande editore parte nettamente avvantaggiato, ma non ha comunque la garanzia del successo, laddove un lavoro fatto bene può comunque ottenere i suoi piccoli risultati.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
La tecnologia è fondamentale, abbatte ogni mediazione e le reti sociali possono essere molto utili in quanto agevolano di molto quello che è il meccanismo più efficace per la diffusione di un libro: il passaparola.
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