novitainlibreria.it ha intervistato la scrittrice Federica Antonini
Federica Antonini si occupa da sempre di arte e conservazione dei beni culturali a Orvieto; collaboratrice della rivista online Instoria, ha pubblicato un contributo nella collana Studi Educativi Sperimentali” edita da Edizioni Scientifiche Italiane e ha esordito nella narrativa con l’antologia Piccoli Frammenti Di Infelicità (Intermedia, 2021). In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, L’Educazione Artistica (Scatole Parlanti, 2022), Novità in Libreria l’ha intervistata.
Cosa troverà il lettore ne L’Educazione Artistica?
In questo romanzo c’è l’incontro delle mie passioni, la scrittura e l’arte, perché sono affascinata dal processo creativo in sé, vorrei sapere qual è la scintilla che accende l’ispirazione e cosa succede nella testa di un artista nell’attimo prima di creare la sua opera: mi chiedo se sia un atto pensato, riflettuto, studiato o piuttosto il frutto del furor dell’anima, così ho cercato di indagare e raccontarlo nelle pagine di questo libro.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
Spunti, piccole immagini, sfumature: cerco sempre di immedesimarmi nei personaggi di cui narro le vicende, quindi sono più io che cerco di “entrare” in loro, sono i personaggi che si raccontano attraverso di me e non viceversa.
Che rapporto hai con i tuoi lettori?
Paritario, io cerco di dare loro la mia possibile chiave per indagare un aspetto della vita, con leggerezza senza prendermi eccessivamente sul serio e sono sempre estremamente attenta ai loro commenti e giudizi.
Che tipo di lettrice sei?
Posso leggere quattro libri in una settimana e poi stare un mese senza aprire neanche un giornale. Quando inizio un nuovo volume ho sempre lo stesso rituale: leggo la prima pagina e subito dopo l’ultima frase, proprio l’ultima, del libro.
E’ difficile pubblicare , per uno scrittore emergente?
Io ho alcune case editrici, “senza puntare troppo in alto” ma non a pagamento, adatte al genere che voglio proporre, e poi incrocio le dita. Il cammino di noi scrittori piccoli piccoli è impervio e spesso non è facile guardare le cose con obiettività: credo che questo sia l’ostacolo maggiore da affrontare: il nostro orgoglio.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Un libro è un prodotto, fatto per essere venduto, la promozione è fondamentale: per i piccoli scrittori come me credo che, dopo il passaparola, l’utilizzo delle reti sociali sia il canale più utile per far conoscere e proporre la propria opera, indirizzandosi verso un “pubblico mirato” anche attraverso la partecipazione a gruppi e l’utilizzo di una comunicazione efficace.
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