novitainlibreria.it ha intervistato Fabio Cesare Giuccioli in occasione del suo ultimo romanzo La Superficie Del Dolore

novitainlibreria.it ha intervistato Fabio Cesare Giuccioli in occasione del suo ultimo romanzo La Superficie Del Dolore

Fabio Cesare Giuccioli, milanese, è consulente di comunicazione e marketing: nel suo romanzo di esordio Lo sguardo di marmo (Booksprint, 2015) racconta una storia ambientata nella Milano del secolo XVII, mentre nel recente La Superficie Del Dolore (Bookabook, 2021) si misura con una corposa saga familiare ambientata nel Novecento. La nostra redazione lo ha intervistato.

Parliamo del tuo ultimo libro: qual è il tema affrontato ne La Superficie Del Dolore?

Il tema di fondo è il dolore, quotidiano personale e collettivo, inesprimibile e quasi inudibile nel suo grido soffocato, perché bloccato dal pudore ma che ha attraversato il secolo scorso: sotto il  tappeto della normalità spesso si nasconde la polvere della sofferenza che si accumula silenziosamente e soffoca quando la sollevi.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

C’è sempre qualcosa di me, non necessariamente qualcosa di precisamente autobiografico, nelle pagine dei miei romanzi: alcune esperienze personali, incontri fatti, persone e ambienti frequentati sono inevitabilmente materia prima per la fantasia ma  a questi ingredienti si aggiunge lo studio attento e la ricostruzione fedele dei contesti in cui si svolgono le vicende.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Di gratitudine e di riconoscenza: sono consapevole che nel momento in cui una mia opera è conclusa non mi appartiene più ma apparterrà a chi sceglierà di dedicare il suo tempo per leggerla, qualunque sia il gradimento. Da parte mia cerco di essere leale con me stesso e di non usare trucchi del mestiere per conquistare l’attenzione.

Perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Per riconoscenza nei confronti di tutti quegli autori che mi hanno accompagnato con i loro scritti fino a oggi: Mark Twain, Chesterton, Lewis, Stevenson, Dumas. E poi Dostoevskij, Manzoni, Mann, De Wholl, Potok, Singer, Kafka, Tolstoj, Wilde, Roth, Bellow, McCarthy e tanti altri.

È facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Per me è stato possibile dedicando alla scrittura un tempo definito durante il giorno, con costanza: ho iniziato a scrivere con regolarità al termine della mia vita professionale in azienda, fino ad allora il tempo era prevalentemente impegnato su altri fronti.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Ho scelto di provare l’esperienza del crowdfunding con Bookabook, evitando l’auto-pubblicazione o la pubblicazione a pagamento: la campagna ha funzionato in quanto si è costituita un’ampia comunità di persone che hanno creduto nel mio libro, chi per conoscenza diretta ma molti di più per passaparola o per aver “assaggiato” alcuni estratti messi a disposizione dell’editore.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Reti sociali e tecnologia danno una mano e, se non ci fossero, sarebbe quasi impossibile portare all’attenzione dei lettori le opere di chi non fa parte del cerchio magico editoriale.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?


Ho già terminato il seguito del mio primo romanzo Lo Sguardo Di Marmo e prossimamente prenderò i contatti con l’editore per la sua pubblicazione.



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