novitainlibreria.it ha intervistato Annalisa Coluzzi e Marco Muscarà, autori di Non fidarti di Cappuccetto Rosso, raccolta di fiabe “dalla parte dei cattivi”, appena uscito per Efesto Edizioni.
Come è nata l’idea di riscrivere le fiabe più classiche utilizzando il punto di vista dei cattivi?
Annalisa – In un momento in cui il lockdown cominciava a pesare con Marco ci siamo detti che sarebbe stato divertente e interessante vedere cosa sarebbe successo se per una volta ci fossimo messi dalla parte dei “cattivi”. Mi è sempre risultato semplice pensare a “Cosa sarebbe successo se…”. Il mio carattere, il mio stile di vita e la mia attività di coreografa mi hanno insegnato a stare dall’altra parte rispetto al “socialmente conforme e riconosciuto”. Parlando con Marco, già autore di un libro sui più grandi “perdenti” del calcio , abbiamo deciso di accendere un riflettore sulle parti meno illuminate delle storie, su chi vive (a diverso titolo) nell’ombra: le favole della nostra infanzia sono peraltro un argomento molto delicato.
Qual è il vostro rapporto con i vostri lettori?
Marco – Mi ha stupito come molti lettori adulti abbiano deciso di rileggere il libro una seconda volta, coinvolgendo anche i propri figli piccoli
Quando e perché avete deciso di diventare scrittori?
Marco – Ho sempre ritenuto le parole fondamentali e pur essendo ingegnere. ho capito presto che l’ingegneria non era la mia strada quando un professore mi disse:”La relazione non deve essere scritta bene. A noi dell’italiano non interessa”. Dopo la laurea ho abbandonato l’ingegneria e portato avanti parallelamente al lavoro in radio la scrittura di sceneggiature, monologhi e libri.
Annalisa – Non c’è stato un momento in cui ho deciso di scrivere, la scrittura è uno dei processi creativi ai quali mi dedico ogni giorno.
Qual è il vostro rapporto con la lettura?
Annalisa – Non so in realtà in base a cosa scelgo un libro da leggere ma mi pare chiaro che dipenda molto dal periodo: sono cresciuta con la cameretta piena di libri e la convinzione che per essere libera avrei dovuto studiare e leggere. Quando trasloco, come prima cosa, faccio gli scatoloni dei libri, sono una delle cose a cui tengo di più.
Marco – Sono un lettore profondamente incostante, spazio molto tra i vari generi letterari e solitamente porto avanti due libri contemporaneamente: uno più leggero e uno più impegnativo; nonostante abbia decine di libri che aspettano, ogni volta che entro in una libreria non esco mai a mani vuote.
Come valutate l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per degli scrittori indipendenti o comunque che pubblicano al di fuori dei colossi dell’editoria?
Annalisa – Sono assolutamente favorevole alle tecnologie e alle reti sociali anche se non utilizzo ne’ l’una, ne’ l’altra ma mi entusiasma la velocità con cui si può reperire qualsiasi informazione. Per gli scrittori indipendenti sicuramente il vantaggio di poter arrivare facilmente in ogni angolo della terra gioca a favore.
Marco – Con l’avvento delle reti sociali uno scrittore deve essere promoter, ufficio stampa e agente di se stesso: la rete fornisce moltissimi strumenti ma il rischio che un prodotto si perda in un oceano di informazioni e promozioni, è concreto. Per quanto mi riguarda cerco di portare avanti la promozione del libro alternando metodi nuovi e tradizionali.
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