NOVITAINLIBRERIA.IT ha incontrato lo scrittore trentino Mauro Zanetti, autore di Tracce Parallele (Nulla Die Edizioni), uno dei gialli più interessanti tra le uscite più recenti.
Parlaci di te: una piccola biografia
Mi chiamo Mauro Zanetti, 44anni, nato e vissuto a Trento insegno italiano e storia in un istituto professionale.
Parlaci del tuo libro: come è nata l’idea?
L’idea del romanzo Tracce Parallele nasce dalla mia passione per i gialli urbani, ambientati magari in piccole realtà di provincia. Al contempo ho pensato di scegliere come sfondo la mia città, Trento, sia per renderle omaggio sia perché credo che la narrazione risulti più credibile e realistica se l’autore conosce luoghi e abitudini delle storie che scrive.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Con i miei lettori, per il momento una cerchia piuttosto ristretta che spero possa ampliarsi, cerco di avere uno scambio sincero e spontaneo. Mi piace ricevere opinioni e critiche che uso per tarare la scrittura e ragionare sulla percezione degli altri.
E con la lettura?
Sono convinto che la lettura sia innata negli esseri umani, come dimostra la naturale predisposizione dei bambini verso questa attività. Spesso la si allontana durante l’adolescenza più per motivi sociali che non per reale disinteresse. E’ importante spiegare ai giovani, ed è quello che cerco di fare a scuola, quanto leggere possa essere soddisfacente e importante per la costruzione di se stessi, per ampliare i propri orizzonti mentali e impossessarsi di esperienze ed emozioni altrui, crescendo interiormente ed empatizzando col mondo.
Che tipo di lettore sei?
Sono da sempre un lettore appassionato. In adolescenza ho letto molti fumetti e libri di formazione per ragazzi per poi approcciare via via testi più impegnativi e maturi. Cerco di ritagliarmi quotidianamente del tempo per leggere e i generi che prediligo sono i romanzi storici e i gialli, soprattutto quelli di ambientazione nordica.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori deli colossi dell’editoria?
Per natura non sono un divoratore di internet e social, però mi rendo conto che è ormai diventato un mezzo indispensabile per comunicare col mondo soprattutto per chi, come me, cerca di farsi conoscere in un contesto editoriale molto difficile per gli emergenti.
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