L’ultimo sguardo è l’esordio narrativo di Marco Fuccello: l’intervista

L’ultimo sguardo è l’esordio narrativo di Marco Fuccello: l’intervista

L’Ultimo Sguardo (Capponi, 2022) è l’esordio narrativo di Marco Fuccello, nato a Orvieto ma cagliaritano d’adozione, nel quale è raccontata una storia d’amore in equilibrio precario e lo sforzo necessario a ricomporre un legame dopo una rottura. Il suo autore è stato intervistato dalla nostra redazione: conosciamolo insieme!

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Ho fatto il dirigente d’azienda per quasi trent’anni, occupandomi di diversi rami del marketing:  il mio lavoro è stato molto importante perché mi ha consentito di  fare quello che volevo, ma un  bel giorno ho capito che volevo fare altro, così ho iniziato a scrivere.

Nel 2020 ho pubblicato un saggio di filosofia politica, che avevo scritto nel 1994 e concepito come base di un progetto poi mai concretizzato, anche se alcuni punti sono stati ripresi e copiati da alcuni partiti;  il testo venne diffuso gratuitamente in rete, io stesso ho deciso di pubblicarlo per renderne nota la vicenda.

Com’è nata, invece, l’idea alla base de L’Ultimo Sguardo ?

Durante un lungo un periodo di riflessione su molti aspetti della mia vita, osservando il mare: volevo raccontare una storia che fosse in qualche modo legata al mare, che rappresenta un ostacolo ma anche un’opportunità e una speranza.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Credo che, come un pittore usa i colori per dipingere, chi scrive usi il mondo intorno a sé per raccontare e la parte non scritta è la mia anima.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Non so se ho un rapporto con i lettori, è presto per dirlo, ma a chi mi trasmette la sua impressione in modo caloroso rispondo sempre.

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittori/scrittrici senti di poterti ispirare?

 Il grande Gatsby,  di Francis Scott Fitzgerald, per la suggestione delle atmosfere; La famiglia Audrey  di Rebecca West perché descrive gli stati d’animo con l’innocenza di un adolescente; Orgoglio E Pregiudizio di  Jane Austen perché costruisce una trama delicata ma articolata; Cattedrale di Raymond Carver  è il mio modello per la gestione dei dialoghi e infine J.D. Salinger per come tratta l’evoluzione del personaggio ne Il Giovane Holden.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Dipende: io devo molto alla mia compagna, che oltre alla pazienza di accettare i momenti in cui mi isolo per scrivere, poco congeniali a una vita di coppia, è sempre pronta a darmi supporto anche di prima lettura.

Come ti descriveresti, come lettore?

Sicuramente più consapevole, dopo aver studiato per quasi due anni scrittura creativa che mi sono stati necessari per acquisire i “ferri del mestiere”; senza dubbio oggi sono un lettore migliore perché riesco a vedere in trasparenza le sfumature che riguardano i tratti essenziali di un’opera.

Come sei arrivato alla pubblicazione de L’Ultimo Sguardo?

Avevo selezionato alcuni editori che mi sembrava potessero accogliere il mio lavoro e tra questi mi ha colpito Capponi che, oltre a rispondermi, mi invitò a incontrare il suo agente; il rapporto personale credo sia alla base della relazione che l’autore ha con il suo editore e ci siamo dati una reciproca sensazione positiva, mi colpì il fatto che sul sito di Capppni era riportato che non facessero molte pubblicazioni ma le curassero bene; anche per questo scelsi loro e sono contento di averlo fatto.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Le reti sono fondamentali per farsi conoscere ma bisognerebbe saperle usare per sfruttare pienamente le caratteristiche di ognuna di esse: personalmente non ho molta dimestichezza con i canali sociali  quindi, pur riconoscendone la valenza, non sono molto bravo a sfruttarli anche se non è detto che questo sia necessariamente un male.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Io non voglio scrivere per intrattenere ma parlare di argomenti che mi stanno a cuore, su cui ognuno può essere o meno in sintonia. Ne L’Ultimo Sguardo, dietro la storia d’amore c’è il tema del rapporto col dolore e con la contaminazione. Nel prossimo vorrei parlare della dignità e della sua importanza nella vita di una persona, poi ho in mente tre racconti. Sento di avere qualcosa da esprimere.

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