La Tela di Marco, di Carmelo De Marco (Europa Edizioni)
Marco, il protagonista del romanzo, racconta in prima persona le vicende degli ultimi dieci anni della sua vita. Top manager di uno dei più grandi gruppi assicurativi italiani, lascia il lavoro dopo il tentativo d’acquisizione di una banca d’interesse nazionale, in cui non è implicato. Perde anche l’amore e si proietta, smarrito, in una nuova vita, piena d’incognite e di interrogativi.
La prima parte del racconto si sviluppa, capitolo dopo capitolo, a ritmo incalzante avanti e indietro di dieci anni (2007-2018), in un’altalena di richiami alle vicende del passato e alla realtà del presente; Marco, che non vuole bruciare il tempo della vita che resta, decide, per esorcizzare “le perdite” (lavoro-amore), di iniziare un viaggio di ricerca che lo porta nella Sicilia dove è nato e ha trascorso la giovinezza: tutto il percorso si sviluppa così intorno all’analisi (quasi da psicoterapeuta di se stesso) e alla riflessione sui temi portanti dell’esistenza, fotografando un mondo in divenire, non così bello da vedere (come quello della finanza e del profitto fine a se stesso), in un intreccio costante di riferimenti politici e filosofici.
Cruciali le chiavi di lettura riguardo all’amore e alle disuguaglianze che sembrano segnare il punto di rottura nei rapporti umani e nello stesso concetto di “democrazia”; la seconda parte scorre dunque, con il tempo verbale al presente, alla ricerca di una luce e di una speranza che l’autore lascia aperta per le giovani generazioni, se sapranno riappropriarsi della comunicazione (non quella delegata alla confusione delle reti sociali) e dell’amore, come residua, forse ultima, possibilità di salvezza.
Un romanzo esistenziale, ispirato da fatti realmente accaduti, e ricondotto poi su scenari di fantasia, quasi onirici, di pregnante attualità.
LA TELA DI MARCO – Carmelo De Marco
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