LA MANO, di Georges Simenon (Adelphi – giugno 2021)
Donald Dodd vive se stesso come il prototipo dell’individuo scialbo, senza azzardi e senza audacia: “Le mie giornate si svolgevano secondo una routine ben precisa e alla quale ero affezionato. C’era un’ora per ogni cosa, quasi per ogni gesto”.
Non che tutto questo gli abbia impedito una vita agiata da avvocato, però nel torpore della sonnolenta provincia americana, senza allontanarsi troppo dal luogo dov’era nato e dove il ruvido padre, ormai vecchio, è da sempre fedele al medesimo lavoro. Ed è lì che Donald si è creato una…leggi tutta la recensione
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