Intervista allo scrittore calabrese Vitaliano Fulciniti, autore de Il Viaggio E La Mente
Vitaliano Fulcinati, calabrese, ha pubblicato, con l’editore Rubbettino di Soveria Mannelli Dall’Accoglienza All’Integrazione. L’esperienza del Cara Casa del Regional Hub Sant’Anna in Calabria (2019); Frammenti Di Vita. L’umanità al tempo del coronavirus (2020); Ovunque Qualcuno. Storie Di Condivisione E Accoglienza (2022); Un Fantastico Viaggio (2023), molti dei quali nati in seguito alla sua esperienza di direttore del Regional Hub Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (KR), primo centro in Europa per l’accoglienza di stranieri richiedenti asilo; di recente si è cimentato con la narrativa, pubblicando Il Viaggio E La Mente (2024) una spy story dall’inconsueto taglio nostalgico.
Lo abbiamo intervistato per voi.
Parlaci di te: una piccola biografia specificando quando e dove sei nato, cosa hai fatto nella vita a livello letterario e dove vivi attualmente
Sono nato nel 1960 a Catanzaro, città calabrese dove vivo tuttora. Sono sposato ed ho due figli.
Parlaci de Il Viaggio E La Mente: come è nata l’idea?
Sono sempre stato affascinato dal mondo dello spionaggio e ho visto i film che lo raccontano ma ho sempre notato come tali racconti fossero poco realistici: ho deciso, quindi, che il protagonista del mio romanzo dovesse essere un agente segreto un poco più aderente alla realtà, un uomo comune differente da tutti gli altri solamente grazie alla grande missione che gli è affidata: la salvaguardia della sicurezza della sua patria.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
Nei miei libri vengono esaltati dei principi fondamentali che hanno sempre contraddistinto la mia vita: l’amore per la mia famiglia, l’amore per la mia patria, il sacro rispetto per l’essere umano da qualunque posto del mondo provenga o qualunque sia il suo credo religioso.
Il tuo protagonista ti somiglia?
Diciamo che se avessi avuto la possibilità di vestire l’abito dell’agente segreto avrei voluto essere Vincenzo, il protagonista del mio romanzo, e non il ben più noto James Bond.
Perché scrivi?
Nei miei libri precedenti presentavo ai lettori una realtà probabilmente sconosciuta, raccogliendo testimonianze degli esperti e cercando un confronto per capire anche chi si pone diversamente nei confronti del fenomeno dell’accoglienza; passando alla narrativa, il mio scopo non è solo di raccontare il “mio” Vincenzo ma di farlo vivere nei sogni dei lettori poiché è proprio la sua normalità a renderlo straordinario: Vincenzo è la nostra “normalità” , un eroe normale che rimane dietro le quinte del palcoscenico.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Con i miei lettori ho stabilito un ottimo rapporto: ricevo attestati di stima tramite i canali sociali, da parte di soggetti che non conosco ma che hanno avuto la curiosità di acquistare e leggere uno dei miei libri.
Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?
Il mio primo libro, pubblicato nel 2019, è nato dalla necessità di raccontare la storia di un meraviglioso progetto che avevo realizzato unitamente ad un gruppo di collaboratori in pochi mesi, e che chi era arrivato dopo di me aveva letteralmente distrutto senza alcun valido motivo; il successo ottenuto mi ha spinto a continuare a scrivere.
Cosa ti piace leggere?
Sin da ragazzo ho sempre amato leggere i libri di John le Carrè e Robert Ludlum
E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Non solo è facile ma anche estremamente semplice oltre che piacevole. Per chi ama scrivere non è complicato ritagliarsi del tempo tra le frenetiche ore della quotidianità, per riversare su un foglio bianco i frammenti che affollano la sua mente.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
Ho sempre pubblicato i miei libri proponendo le bozze appena scritte a due case editrici: Rubbettino di Soveria Mannelli e Pellegrini di Cosenza. Il rapporto che si è instaurato con entrambe è stato da subito molto produttivo in quanto improntato ad una reale collaborazione nel rispetto dei differenti ruoli.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Al giorno d’oggi sia le reti sociali che la tecnologia se sapientemente usate possono offrire un reale aiuto a ciascun scrittore ma è fondamentale avvalersi del supporto che può essere fornito da soggetti professionalmente preparati ed esperti senza mai dimenticare che la tuttologia è una scienza inesatta oltre che estremamente pericolosa perché fa commettere degli errori spesso difficilmente rimediabili.
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