Intervista a Paolo Filonzi, autore di Dèi contro. Un viaggio storico-mitologico alla scoperta dell’uomo, delle divinità e delle sorti del mondo
Paolo Filonzi è l’esordiente autore di Dei Contro (Aurora Boreale, 2024) un saggio che analizza dal punto di vista storico e mitologico le principali divinità e il loro rapporto con la nascita della società umana, apportando ipotesi nuove sull’origine di molti miti e leggende.
Lo abbiamo intervistato.
Come è nata l’idea alla base di Dei Contro?
Sono un appassionato di storia antica e mitologia e soprattutto di letteratura alternativa, perché credo che la storia, quella accademica, non racconti come è andata veramente; il mio libro nasce da una personale intuizione avuta proprio durante la lettura di testi alternativi che però sono fermi alla visione, degli autori degli anni ’70 del secolo scorso, che vede le divinità sumero-accadiche come uniche responsabili della civiltà umana dai tempi antichi fino ad oggi.
In cosa è diversa la tua posizione?
Non voglio certo criticare quegli autori che hanno apportato un importante contributo alla vera conoscenza, ma vorrei aggiornare la loro idea di base ed ampliarla con delle mie nuove scoperte sorte dalla comparazione di varie mitologie provenienti da culture e popolazioni distanti tra loro sia territorialmente che temporalmente.
Quando hai iniziato a lavorare a questo libro?
Fin da adolescente sono stato appassionato di mitologia, specialmente la parte riguardante la cosmogonia e la genesi dell’umanità e ho sentito il bisogno di approfondire la ricerca, che parte dalle domande esistenziali che l’uomo si è sempre posto: chi siamo e dove andiamo?
Da questa ricerca è nato un libro chiarificatore di molte lacune storico-mitologiche. Dèi contro è un libro che avrei voluto io stesso trovare in libreria e leggere.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Scoprire che una persona ha letto il mio lavoro e ne ha soprattutto apprezzato il contenuto, è una sensazione che mi emoziona molto, è sempre interessante e stimolante; ai lettori, tutti, bisogna portare il rispetto che meritano e ringraziarli sempre e comunque.
Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?
Viaggiando da pendolare, in treno avevo molto tempo per leggere i libri che più mi interessavano e che mi hanno fatto maturare le idee attuali e portato a scrivere questo mio primo saggio.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Ho la fortuna di poter condividere gli studi con ricercatori contemporanei che, nel tempo, sono riusciti ad intaccare il muro di falsità che circonda il sapere umano ma nominarli sarebbe fare un torto a tutti quelli che, per ovvie ragioni, dimenticherei, quindi cito solo colui che ha iniziato molti di noi ad un tipo di analisi contestuale diversa da quella impostaci fin da piccoli e che continua a donarci il suo sapere incondizionatamente: Mauro Biglino.
È facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Da qualche tempo mi dedico alla scrittura a tempo pieno e per uno scrittore trovare quella tranquillità indispensabile e lontana dalla frenesia cittadina che non ti permette di trovare il tempo nemmeno per se stessi, è fondamentale; ad Anzio, dove abito, ho trovato l’ambiente adatto per la scrittura, amo passeggiare lungo il bagnasciuga e osservare il mare durante tutto il periodo dell’anno.
Mi ispira il suo continuo movimento e la sua forza primordiale.
Come ti descriveresti, come lettore?
Sono un divoratore seriale di libri. Il primo libro che lessi, all’età di 13 anni, fu Il Signore degli anelli di Tolkien e da quel momento non ho più smesso di immergermi nelle storie, qualsiasi esse siano.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
Anche se, al giorno d’oggi potrebbe sembrare relativamente facile proporre un certo tipo di letture in controtendenza e di controinformazione, riscuotendo anche un discreto successo, trovare un editore libero, indipendente e interessato ad investire in un progetto totalmente nuovo, è stato risultare arduo ma fortunatamente, ho trovato in Nicola Bizzi e nella sua casa editrice Edizioni Aurora Boreale, quell’imprenditore attento e coraggioso che ha creduto in me aiutandomi nella realizzazione del mio libro, ma soprattutto con una visione alternativa della storia in linea con la mia.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
E’ inevitabile riconoscere l’ importanza dei canali sociali come veicolo del messaggio che si vuole trasmettere e adesso esistono applicazioni nate per creare automaticamente contenuti multimediali realistici ma artificiali
Capisco, ma non condivido, i molti che intravedono la possibilità di creare facilmente delle opere, anche letterarie, e di auto-produrle inviandole in piattaforme che, a differenza delle case editrici serie, non controllano assolutamente il contenuto delle opere proposte ma lavorano in base a degli algoritmi.
Be the first to comment on "Intervista a Paolo Filonzi, autore di Dèi contro"