INTERVISTA A MARCO LUGLI AUTORE DI: “SETTE DOMANDE PER DIO”
Marco Lugli appassionato sin da bambino per la scrittura, si dedica negli anni anche alla fotografia: attività che gli permette di scoprire il mondo e poterlo poi descrivere nelle sue produzioni.
Negli anni Ottanta pubblica i suoi primi racconti su alcune riviste letterarie, sino alla pubblicazione nel 2006 de “L’uomo tatuato” e del suo sequel nel 2012.
In seguito, sceglie di diventare un autore indipendente; nasce così la saga investigativa dedicata alle indagini del commissario Gelsomino: “Nel Tuo Sangue” (2015), “Ego Me Absolvo” (2017), “La Madre” (2020), “Le Sepolture” (2021), che occupano ormai da anni stabilmente i primi posti delle classifiche del giallo procedurale sulla piattaforma Amazon.
Nella narrativa si distingue con “Le Comete” (2019), incentrato su una storia d’amore e infine, nel 2022 pubblica: “Sette domande per Dio”, un saggio filosofico a sfondo umoristico pronto a spiccare il volo.
Marco parliamo di “Sette domande per Dio”: come mai questa pausa dalle avventure del suo protagonista preferito il Commissario Gelsomino?
Avevo scritto due romanzi della serie di Gelsomino durante il lockdown. Le “maglie strette” della narrativa gialla da una parte e le limitazioni alla libertà personale dall’altra, mi hanno fatto sentire un po’ imprigionato e alla fine un po’ svuotato. Avevo bisogno di scrivere qualcosa di più anarchico, in cui i pensieri potessero fluire liberamente e altrettanto liberamente essere messi su carta.
Ha lavorato prima a una scaletta o ha scritto di getto?
Il mito del libro “scritto di getto” andrebbe un po’ sfatato. Qualche genio può averlo fatto, ma un semplice mortale difficilmente ci riuscirebbe. Posso dire però che la scrittura di questo romanzo ha comportato una pianificazione estremamente meno complessa e accurata di quella di un romanzo giallo.
Quali sono le difficoltà che ha incontrato?
Bilanciare la scorrettezza di alcune affermazioni, andando allo scontro con la cappa del politicamente corretto con la commerciabilità della storia.
Ci racconti quale è stata la scintilla che ha dato vita all’idea…
Mi affascinava l’idea di raccontare un inno all’amore e alla pace, evitando tutti gli obblighi e gli stereotipi di inclusione e tolleranza cui l’artista di oggi deve sottostare per essere riconosciuto e accettato come tale. In questo libro ci sono personaggi che si odiano e si disprezzano per motivi religiosi, razziali e culturali; scopriranno loro malgrado di potersi non solo sopportare, ma anche amare, grazie alla convivenza forzata che si creerà.
Cosa ha voluto dire con la sua storia?
Ho provato a dimostrare che la satira si può fare anche al di fuori delle regole del pensiero unico, che l’intolleranza verso una parte politica è solo il risultato di un condizionamento culturale e che le persone, quando sono tra loro vicine e fuori dal controllo delle loro autorità, si scoprono immancabilmente simili.
Per i personaggi ha fatto riferimento – magari in parte – a persone reali oppure sono solo frutto della fantasia?
È tutto frutto di fantasia tranne per gli episodi legati al comportamento degli ospiti del B&B in cui si svolge la storia, che sono tratti da esperienze che ho realmente vissuto.
Ritiene che la verosimiglianza sia importante oppure no visto che si tratta comunque di fiction?
In generale sono per la cosiddetta “sospensione dell’incredulità”. È chiaro che, nel caso specifico, due jihadisti, due agenti del Mossad, un monaco buddista barese, un vescovo donna della chiesa riformata di Svezia e un sacerdote gesuita che si ritrovino tutti assieme in un B&B tentando di influenzare le decisioni teologiche del proprietario, è abbastanza improbabile, ma funzionale alla narrazione.
Mi descriverebbe il suo libro con tre aggettivi?
Irriverente, sboccato, divertente.
Un pregio e un difetto dei protagonisti?
Hanno solo difetti, direi. E un gran bisogno di sentirsi amati, che non annovererei né tra i difetti né tra i pregi.
Il suo libro tocca l’argomento Dio, che rapporto ha con la religione?
Il mio rapporto con la religione è quello dell’ateo che rimane affascinato dalla capacità di seduzione dell’idea di Dio. Come uno dei personaggi del mio romanzo, sono vicino a Feuerbach, secondo il quale il Dio delle religioni non esiste. Citando proprio quel personaggio: «Teologicamente sono un anarchico possibilista mangiapreti. Le religioni sono una patologia dello spirito per la quale l’uomo proietta una versione migliore della propria umanità al di fuori di sé stesso, creando in questo modo un idolo al quale inconsapevolmente poi si sottomette. Quindi, di fatto, nel glorificare Dio l’uomo mortifica sé stesso.» Non amo mortificare me stesso.
Quale autore ha influenzato la sua scrittura?
Magari potessi sentirmi bravo come uno dei miei autori di riferimento. Posso dire che in questo caso avrei voluto attingere da Douglas Adams e Woody Allen.
Può anticiparci se ha in progetto un altro libro?
Sto scrivendo la quinta indagine del commissario Gelsomino.
Come si descriverebbe con tre aggettivi?
Inquieto, polemico, “cagaxxxx”. Nulla di buono, insomma (Sorride ndr)
Ci può raccontare, se c’è, un aneddoto sul suo libro?
Avrebbe dovuto intitolarsi “Sette domande, perdio!» Ma ho poi ho compreso che, un libro di critica al politicamente corretto, non me lo avrebbe promosso nessuno con questo nome. Ho dovuto rinunciare al gioco di parole e lo considero un grande smacco.
Marco grazie mille per il tempo concessomi.
Vincenzo CAPRETTO
TRAMA:
«Vi concedo di farmi sette domande. A sceglierle sarà l’Illuminato.» Dopo aver dimostrato al mondo la propria esistenza, Dio comunica con un tweet il suo generoso proposito. Contro ogni previsione, l’improbo compito viene affidato ad Elia Galati, gestore di un bed & breakfast del tutto disinteressato a qualsivoglia argomento di ordine religioso, filosofico o politico. Piuttosto contrariato del cambiamento che la scelta divina ha causato nella sua vita, Elia ci racconta il difficile percorso verso la scelta delle domande, barcamenandosi tra clienti incontinenti, agenti del Mossad, sacerdoti, combattenti jihadisti e monaci tibetani, tenendo a bada le intemperanze della fidanzata catto-complottista Ada e assecondando le strampalate teorie dell’amico Aronne, eterno studente di filosofia fuori corso. Il tutto sotto lo sguardo flemmatico del gatto Teo.
Per approfondimenti sull’autore:
Dettagli prodotto
- ASIN : B0B1BBDHSZ
- Editore : Independently published (19 maggio 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile: 299 pagine
- ISBN-13 : 979-8830223560
Be the first to comment on "INTERVISTA A MARCO LUGLI AUTORE DI: “SETTE DOMANDE PER DIO”"