Intervista a Manuel Mazzola, autore de Il Sogno Contaminato

Intervista a Manuel Mazzola, autore de Il Sogno Contaminato

Manuel Mazzola

Manuel Mazzola è lo scrittore che ha appena debuttato con Il Sogno Contaminato (auto-produzione, 2024) una storia a metà tra l’autobiografia e il romanzo sentimentale. Lo abbiamo intervistato.



Qual è l’idea alla base del tuo romanzo d’esordio?

Il Sogno Contaminato nasce dal desiderio di raccontare una  storia di sacrifici, traguardi e sfide personali.


Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
E’ un’autobiografia, quindi parla quasi interamente di me. Il protagonista racconta i suoi diciotto anni, il diploma, il suo ingresso nell’esercito ed infine il suo trasferimento in Inghilterra; parla della delusione per il fallimento del concorso in polizia, un obiettivo per cui si era preparato tutta la vita.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Finora, il libro è stato letto principalmente da familiari, amici e colleghi, ma i loro pareri positivi mi hanno dato la spinta a credere in questo progetto e ora spero di raggiungere presto un pubblico più ampio e, magari, scrivere un seguito.

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?Scrivere è sempre stato un modo per esprimermi e, anche se non mi considero uno scrittore a tutti gli effetti, credo di aver creato qualcosa di autentico, e questo per me è già un grande risultato.

Quali sono i tuoi modelli letterari?
Mi ispiro ad autori come Joël Dicker, di cui apprezzo la capacità di intrecciare trame avvincenti e sorprendenti, e Haruki Murakami, per la profondità emotiva e il simbolismo delle sue storie.

Che cosa ti piace leggere?

Non ho un genere preferito, scelgo i libri in base al momento che sto vivendo, ma mi attraggono soprattutto le storie che sanno raccontare l’essere umano in tutte le sue sfumature.

Cos’è la lettura, per te?
Leggere è parte integrante della mia quotidianità,  un rituale che mi rilassa, mi aiuta a staccare dalla giornata e mi fa stare bene: difficilmente potrei farne a meno, è un modo per nutrire la mente e l’anima.


E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Essendo al mio primo libro, non posso esprimere un parere definitivo, ma scrivere questa storia ha richiesto molto del mio tempo, che ho ritagliato con fatica tra lavoro, famiglia e impegni quotidiani. È stato impegnativo, ma anche estremamente appagante.



Perché hai scelto l’auto-pubblicazione per il tuo primo romanzo?
Il libro è nato quasi per gioco, in una calda giornata d’estate, davanti al mio pc e con un caffè americano ma una volta terminato ho scelto di pubblicare  su Amazon dopo essermi documentato , perché volevo evitare lungaggini e possibili rifiuti da parte delle case editrici. È stata una sfida, ma lavorare su ogni aspetto – dalla stesura alla copertina – mi ha dato grande soddisfazione.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Non ho ancora sfruttato a pieno le potenzialità dei canali sociali, ma credo siano fondamentali per uno scrittore indipendente perché permettono di raggiungere un pubblico vastissimo e di raccontare la propria storia in modo autentico. Il mio obiettivo è arrivare a più persone possibili, perché credo che il mio libro parli un po’ a tutti.




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