Intervista a Giorgio De Martino, in occasione del suo ultimo romanzo Arirang La sua prima vita
Giorgio de Martino, genovese, è stato per anni critico musicale de Il Secolo XIX e per il mensile Musica, lavorando inoltre per Rai Radio Tre e altre istituzioni; in qualità di musicologo ha collaborato con il teatro Carlo Felice con molte altre associazioni e istituzioni.
E’ autore della biografia di Andrea Bocelli e di Boris Porena, è coautore de La Gloria E La Prova (Baldini + Castoldi), e del romanzo Giuseppe Gaccetta E Il Segreto Di Paganini, pubblicando oltre quattordici volumi con editori quali De Agostini, Mondadori e Sperling & Kupfer.
Ora torna in libreria con il suo nuovo romanzo Arirang. La Sua Prima Vita (Albatros, 2024) che racconta una storia di riscatto e coraggio, dolce come le note della celebre canzone che dà il titolo al romanzo.
Lo abbiamo intervistato.
Come è nata l’idea alla base di Arirang. La Sua Prima Vita?
È un progetto che già vent’anni fa avevo iniziato a scrivere perché volevo omaggiare lo straordinario popolo coreano, le cui tradizioni e la cui visione della vita ho cercato di raccontare ispirandomi alla canzone che dà il titolo al romanzo, perché la musica rende vive molte pagine di questo romanzo.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende del tuo libro?
Nel caso di “Arirang” c’è molto di me, inevitabilmente, perché è una storia che attinge alla realtà e perché faccio tesoro della mia esperienza familiare e del rapporto con una nazione che frequento fin da giovane.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Buono, direi. Onesto. Molti mi conoscono come musicologo e biografo ma sono sicuramente molto meno conosciuto per le mie opere di narrativa, anche se è a queste ultime che tengo in special modo, è a queste che spero di dedicare i miei prossimi anni.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Non ho modelli ma di recente ho apprezzato: L’Età Fragile di Donatella Pietrantonio, la Trilogia Della Pianura di Kent Haruf, molti titoli di Cormac e mi piace poi ricordare Anam Cara di John-O-Donohue, perché è un libro che da molti anni periodicamente rileggo.
Che tipo di lettore sei?
Sono un lettore discontinuo, spesso leggo più libri contemporaneamente, usufruendo parallelamente anche di audio-libri.
E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
Francamente sì, è facile ma non è sano, perché si sta seduti, davanti ad un computer, per tante ore; tuttavia, considero la possibilità di scrivere – e di sostentarsi grazie alla scrittura – un privilegio.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
Questo è il mio quattordicesimo libro. Da tre anni ho un agente ed è lui che si è occupato della selezione dell’editore: nel caso di “Arirang” sono soddisfatto del supporto dell’editore e mi auguro che il libro trovi molti lettori e così dia soddisfazione a chi ha creduto nel progetto.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Sono combattuto. Certo, le reti sociali offrono possibilità (e visibilità) a chi vuole farsi conoscere, ma il medesimo mezzo, con le sue immense autostrade di fango, porta con sé tanti rischi, tanti equivoci, tanti fuochi fatui. Sono comunque grato per il fatto che, anche in questo preciso momento, c’è chi sta leggendo e dunque sta interagendo, proprio in ragione della rete.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il prossimo anno vorrei pubblicare una raccolta di racconti (che ho pressoché concluso), l’anno successivo un romanzo a cui sto lavorando. Nel 2025 sarà pubblicata una versione ampliata di Andrea Bocelli: Essergli Accanto, anche in versione in lingua inglese.
Be the first to comment on "Intervista a Giorgio De Martino, in occasione del suo ultimo romanzo Arirang La sua prima vita"