GUERRA INFINITA. Quarant’anni di conflitti rimossi dal Medio Oriente all’Ucraina, di Lorenzo Cremonesi (Solferino – maggio 2022)

Se non fosse chiaro fin dalle prime righe che le pagine di Cremonesi sono intrise del suo vissuto, personale prima che professionale, “Guerra infinita – Quarant’anni di conflitti rimossi dal Medio Oriente all’Ucraina” sembrerebbe un romanzo.

Un avvincente romanzo d’avventura alla Steinbeck, in cui il protagonista sopravvive a quarant’anni di guerre, sfiorato spesso dalla morte in tutte le sue forme. Il motore che lo spinge a migrare tra gli scenari di guerra che il Medio Oriente ha conosciuto dalla guerra civile in Libano del 1982 in poi è la ricerca dell’autenticità dei fatti.

Sa bene, per lunga esperienza, che la verità non è un prodotto tipico delle guerre, ma anzi che l’osservazione diretta, il dialogo con i testimoni e la ricerca scrupolosa delle fonti sono essenziali. E a volte non bastano, perché la guerra mistifica e seppellisce, esalta e distrugge. La guerra, questo è certo, si racconta in guerra, a costo di rischiare di essere sfiorati da una raffica di pallottole che si conficcano a pochi millimetri dal proprio costato, nella tappezzeria dell’auto su cui si sta viaggiando.

Che sia durante la rocambolesca e infruttuosa rincorsa a Osama Bin Laden sulle montagne di Tora Bora o dall’Hotel Palestine cannoneggiato dal fuoco americano, che sia attraverso una surreale intervista a Yasser Arafat o tentando di ricostruire le ultime ore in vita della collega Maria Grazia Cutuli, la guerra ha bisogno di giornalisti sul campo, che lascino al lettore pagine tanto coinvolgenti, nitide e ricche da somigliare a un romanzo d’avventura.

E lascino anche un insegnamento cruciale, oggi più che mai, vale a dire che – scrive Cremonesi – “forse tutto questo aiuterà a riportare in auge lezioni come quelle che negli anni Sessanta imparavo alle elementari, quando veniva citato a esempio il sacrificio dei fratelli Bandiera, dei Rosselli e dei Cervi. A volte ci sono valori e cause per le quali vale la pena di combattere, mettere a rischio tutto, persino la propria vita. Non è vero che non c’è soluzione militare”.

Recensione di Iacopo Arrigoni