CANTICO DELL’ABISSO, di Ariase Barretta (Arkadia)
PROBABILE SPOILER…FORSE, NON LO SO, SECONDO ME NO, MA NON VOGLIO RISCHIARE
Questa è una storia emotivamente scomoda e terribile. A tratti insostenibile. Tremendamente autentica. Come può essere tremenda la storia di due bambini nati in una famiglia sbagliata fin dall’inizio, formatasi su presupposti indegni, ragazzini cresciuti nella privazione affettiva da una parte (una madre indifferente e disinteressata quando non cattiva) e nell’abuso dall’altra (un padre…un padre???), ma ostinati a cercare del buono in questa vita deviata che è toccato loro di vivere, e a fare finta che andasse sempre tutto bene. Perché alla fine “l’importante è non vedere, quella è la chiave di tutto.
Quando non vedi ti basta immaginare e ogni cosa si risolve”. È Davide che ci parla, il fratello maggiore, ci racconta dell’estate dei suoi tredici anni, negli anni ’80, un’estate cruciale per la sua esistenza e per quella di Mauro, suo fratello, di tre anni più piccolo. Davide che adora Madonna e Cindy Lauper, che ascolta nel suo walkman le
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