Martina Carbutti, romana di nascita e di residenza, è coautrice con la sorella Marzia de Un Filo Invisibile (Auto-produzione, 2022) che, sull’onda emotiva nata dalla perdita del padre, racconta momenti di vita quotidiana e fornisce spunti di riflessione sul tema del lutto.
Un Filo Invisibile è il tuo primo libro: come è nata l’idea di scriverlo?
Dopo la morte di mio padre ho passato molto tempo su Facebook raccontando la mia infanzia, i miei pensieri e le mie sensazioni: era uno sfogo al dolore ma chi leggeva quelle riflessioni mi comunicava la sua vicinanza, così ho pensato che, pubblicandole, potevo fare qualcosa anche per chi come me stava vivendo il dolore di un lutto.
Qual è il tuo rapporto con i lettori?
Autentico: non mi aspettavo tanto affetto e non credevo, da parte di chi già mi leggeva su FB, di trovare tante persone pronte a condividere con me esperienze tanto personali ed emozionanti. Con loro, e non solo, ho coltivato un rapporto speciale e ora mi rendo conto di quanta gentilezza, umanità e amore ci siano nel mondo: le cose più belle che il libro mi ha permesso di scoprire.
Come è nata la passione per la scrittura e la voglia di diventare scrittrice?
Non mi definisco una scrittrice anche se ricordo di aver scritto da sempre fin da bambina, mentre da adulta mi sono ritrovata a scrivere per lavoro: gestivo un nido e tutte le sere scrivevo un diario di bordo per le famiglie dei miei bimbi e per il percorso pedagogico, così mi sono ritrovata a scrivere storie che poi animavo durante le lezioni. Ho deciso, poi, di diventare una scrittrice quando ho scoperto di riuscire a far sorridere e riflettere allo stesso tempo le persone che mi stavano seguendo su Facebook.
Che tipo di lettrice sei?
Tralasciando il fatto che sono una collezionista di libri che riguardano la star Marilyn Monroe, che siano libri basati sulla sua biografia o fotografia.. per il resto ho sempre spaziato con la lettura, dai libri di psicologia infantile ai romanzi, a volte mi faccio catturare dalla copertina e quelli di Karen Swan mi piacciono molto. Ultimamente seguo la sensitiva Sylvia Browne.
Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo libro?
Prima di fare una scelta, ho scritto a diverse case editrici, avevo in testa il progetto e volevo uno stimolo per iniziare: in diversi hanno mostrato interesse ma solo Sabrina della piattaforma “Passione Scrittore” mi ha fatta sentire subito in famiglia e per questo ho scelto loro.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Credo che siano strumenti potentissimi, una rete sociale è in grado di farci arrivare all’obiettivo prefissato, se si sanno selezionare selezionare i canali giusti, scegliere le pagine e colpire il target di persone adatto al tema.
Che consiglio daresti a uno scrittore “emergente”?
Di cercare l’interazione con il lettore, mostrarsi sempre gentile e di accogliere le critiche, perché se costruttive ci aiutano a migliorare.
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