Abbiamo intervistato Irene Licia Melloni, l’esordiente autrice di Fontanhaus
Irene Licia Melloni, esordiente scrittrice genovese, gestisce un’antica acetaia sui monti dell’Appennino Reggiano e si occupa di ricerca storica e valorizzazione del territorio nel quale ha ambientato il suo primo romanzo Fontanhaus – Non Un Libro Come Gli Altri (Albatros, 2023)
Com’è nato Fontanhaus?
Da un’idea rimasta vent’anni in un cassetto e ritrovata per caso quando sistemando la mia vecchia scrivania ho ritrovato gli appunti; mi sono messa a scrivere e in meno di un mese il manoscritto era pronto.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
L’idea parte dalla realtà dalle vicende della mia vita, ma poi la matrice di ispirazione iniziale è diventata solamente la mia fantasia.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Pensare che qualcuno apprezzi ciò che scrivo è emotivamente molto stimolante.
Quando e perché hai deciso di diventare una scrittrice?
Scrivo da quando facevo il liceo, ho iniziato scrivendo articoli sul giornalino delle scuola e poi sono passata alla poesia; amo moltissimo scrivere, le parole fluiscono nella penna (scrivo sempre prima a mano) in modo naturale come le onde del mare si abbattono sulla spiaggia, alle volte pacate e tranquille alle volte rapide e violente.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Domanda difficile… il mio modo di scrivere è molto personale.
Cosa ti piace leggere?
Callimaco, Catullo Rimbaud – Illuminazioni l’avrò letto più di 100 volte – Marcel Proust con le sue minuziose descrizioni; sono una lettrice molto eclettica e leggo dal romanzo di avventura, al giallo, passando per i classici e i fumetti.
E’ facile conciliare l’attività di scrittrice con la vita di tutti i giorni?
E’ complicato soprattutto conciliare gli impegni di lavoro con quelli da scrittrice, ma ci si riesce.
Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo libro?
Fontanhaus è diventato un vero libro in un modo che è di per sé quasi un romanzo perché, dopo aver trasformato gli appunti in un manoscritto, avevo ripreso la mia vita e avevo dimenticato il mio romanzo ma mio padre, a mia insaputa, inviò il manoscritto a Albatros il Filo; poco tempo dopo la sua improvvisa morte fui contattata dalla casa editrice che mi comunicava la decisione di pubblicarlo. In realtà, sulle prime, pensai a uno scherzo ma la responsabile della Casa Editrice mi svelo come il manoscritto era giunto a loro e cosi Fontanhaus vide la luce.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Per quanto mi riguarda penso che il passaparola per fortuna sia ancora uno strumento di marketing molto potente, anche se non nego che le reti sociali siano altrettanto utili.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente continuare a scrivere.. ho altri due romanzi in cantiere…. E anche continuare a produrre i miei aceti.
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