Abbiamo intervistato Damiano Pasqui, autore del thriller La Logica Oscura Del Sangue

Abbiamo intervistato Damiano Pasqui, autore del thriller La Logica Oscura Del Sangue

Incontriamo oggi Damiano Pasqui, esordiente scrittore toscano ma romano di adozione, che ha da poco pubblicato La Logica Oscura Del Sangue (Albatros, 2021) un thriller ambientato proprio nella Capitale: scoprite con noi chi è Damiano, la sua passione per la scrittura e la sua lunga ricerca di una storia da raccontare.

Come è nata l’idea alla base de La Logica Oscura Del Sangue?

Dalla mia grande passione per il genere thriller.

Perché tanta passione per il thriller?

Credo profondamente che nel genere thriller ci si possa avvicinare molto alla “ perfezione”, anche più volte, con più romanzi. Certi libri non si leggono, si divorano e quando li finisci, devi sentirti soddisfatto, a pancia piena.

E’ stato difficile scrivere il tuo primo libro?

Non ho impiegato molto tempo per elaborarne la trama, ma mentre lo stavo scrivendo, ero alla continua ricerca di situazioni che lo rendessero interessante, che portassero il lettore a non vedere l’ora di leggere la pagina successiva per sapere come si fosse evoluta la storia.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Il mio romanzo, se escludiamo l’ambientazione, è totalmente frutto della mia immaginazione ma, nonostante questo, ritengo che ci sia molto di me nei personaggi perché quando scrivo, io mi immedesimo completamente nella storia e nel personaggio che descrivo, quindi le scelte che fa il personaggio in una determinata situazione, sono le scelte che farei io; i pensieri e le dinamiche che si vengono a creare, sono quelle che mi immagino che si creerebbero se quella situazione si verificasse.

Che rapporto vorresti con i tuoi lettori?

Vorrei che fosse schietto, sincero perché io sono apertissimo ad accettare anche le critiche a patto che non siano gratuite, ma rispettose e costruttive.

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Diventare uno scrittore è sempre stato un mio sogno, ma ciò che mi ha spinto a iniziare è stata la possibilità di dare un qualcosa di “mio” a tutti  e  regalare un momento di piacevole evasione dal quotidiano agli appassionati del genere.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Il mio universo  si è completamente definito quando ho letto  Io Uccido il primo libro del maestro del giallo Giorgio Faletti: non oso paragonarmi a lui, ma sicuramente è la mia fonte di ispirazione. 

Che tipo di lettore sei?

Molto pignolo e selettivo: odio le situazioni scontate e quelle palesemente surreali e, parlando di gialli, voglio un romanzo che, pur nella complessità della sua trama, rimanga realistico perché, altrimenti, sfocia in altri generi e questo mi fa perdere l’interesse.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Purtroppo non è semplice: La Logica Oscura Del Sangue è stato scritto interamente con lo smartphone, per poter dedicare al romanzo ogni attimo libero della mia giornata, in qualsiasi luogo mi trovi, ho sempre la possibilità di andare avanti con la mia opera, cosa impraticabile con qualsiasi portatile.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Su internet mi sono imbattuto in una selezione che il gruppo editoriale Albatros stava facendo per opere inedite: ho deciso di inviare il mio romanzo e a distanza di un paio di mesi sono stato ricontattato per una proposta editoriale.

Nonostante il parere di molti sulle case editrici che chiedono soldi per pubblicare, io ho accettato ben volentieri la loro proposta e devo dire che, ad oggi, lo rifarei altre cento volte, perché mi sono trovato benissimo con ogni figura che mi ha seguito, dalla editor alla figura che coordina editor e grafici, passando per i miei addetti stampa e il responsabile della comunicazione.

Come hai affrontato il problema della promozione del tuo romanzo, poi?

Credevo che fosse molto più facile farsi conoscere e invece, quando si inizia ad essere “ imprenditori di sé stessi”, bisogna assolutamente dividere le ambizioni dalle aspettative, altrimenti si rischia di rimanere molto male dei risultati che ci si presenteranno davanti agli occhi. Uso i freddi numeri per farvi capire cosa intendo: su 4200 contatti, le reazioni ad un post o una storia, sono a malapena il 5-6%.  Io mi dedico molto alla pubblicità del mio libro perché mi piace dedicarmi al progetto nel quale ho riposto tanti sacrifici e tanta fatica e faccio tutto con passione e piacere, perché credo in me e nel mio lavoro.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Oggi, purtroppo o per fortuna, i canali sociali sono diventati indispensabili per pubblicizzare qualsiasi cosa: personalmente, fino a quando non ho intrapreso il percorso da scrittore, non avevo né facebook né instagram, poi sono stato costretto ad aprire i profili per pubblicizzarmi e  ritengo che siano un ottimo strumento per promuoversi, anche se resta un campo molto difficile sul quale muoversi.

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