Abbiamo intervistato Carlo Calabrò, autore del romanzo Meccanica Di Un Addio

Abbiamo intervistato Carlo Calabrò, autore del romanzo Meccanica Di Un Addio

Carlo Calabrò, scrittore e sceneggiatore di Palermo, è stato autore di un saggio sull’economia brasiliana uscito per Laterza, ma di recente ha intrapreso la via della narrativa con Meccanica Di Un Addio (Marsilio, 2024) un romanzo che unisce temi sociali a una solida trama da thriller, con il quale l’autore torna a parlare di Brasile.

Lo abbiamo intervistato.

Carlo Calabrò

Come è nata l’idea alla base di Meccanica Di Un Addio ?

E’ un romanzo nato un po’ per caso: quando stavo andando via da São Paulo per trasferirmi a New York, un amico suggerì di mettere insieme le mie esperienze da imprenditore straniero in Brasile e quelle di tanti altri colleghi per farne un saggio ma, temendo che risultasse noioso,  ne ho fatto il nucleo tematico intorno al quale ho sviluppato le vicende immaginarie di Florian Kaufmann in Amazzonia.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Nelle vicende di Florian Kaufmann c’è molto di quello che ho visto in prima persona nella foresta amazzonica, soprattutto per quanto riguarda l’osservazione di un sistema voltato al profitto che può soltanto devastare e distruggere la natura.

Ritieni sia importante la componente autobiografica nella scrittura?

È sempre bene scrivere di ciò che si sa e si conosce, perché la parte più divertente della scrittura, secondo me, è proprio quella che permette di immedesimarsi nei personaggi, un po’ alla Stanislavski, prestando loro ricordi ed emozioni.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Spero soprattutto di rispetto reciproco, anche perché il libro adesso appartiene a ogni lettore che lo interpreta alla luce di vite, esperienze, idee e sogni ogni volta diversi.

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Non so se l’ho deciso, più che altro è capitato. Prima con le sceneggiature, che da hobby sono diventate una parte preponderante del mio tempo produttivo; e poi con la narrativa, quando mi sono ritrovato tra le mani un romanzo che ho scritto quasi senza accorgermene.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Da Margaret Atwood a Joyce Carol Oates, da Jorge Amado a Diego De Silva, mentre scrivevo  Meccanica Di Un Addio  ho letto o riletto veramente di tutto, in cerca di ancore e riferimenti in un oceano che ancora conoscevo troppo poco, se non da semplice lettore.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Dipende dalla quotidianità di ognuno: ci sono giorni in cui non riesco a mettere giù neanche una parola nuova e altri in cui i capitoli sembrano quasi scriversi da soli.

Che tipo di lettore sei?

Onnivoro e vorace, ai limiti dell’indigestione. In questo momento sto leggendo in parallelo due gialli di colleghi italiani, due romanzi in inglese, un saggio interessantissimo sulla paternità nei primati, sto leggendo ai bambini Eravamo piccoli Pelè di Darwin Pastorin, e rileggendo per la seconda volta Contro Antigone di Eva Cantarella perché sto lavorando a una traduzione dell’Antigone di Sofocle per una sceneggiatura.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Con molta pazienza, e con un agente che ha apprezzato il manoscritto e che mi ha aiutato a mandarlo in giro alle case editrici. Sono estremamente grato a Marsilio e in particolare a Jacopo De Michelis per aver scelto di pubblicare Meccanica Di Un Addio e per avermi aiutato in maniera determinante, in fase di editing, a trasformare il manoscritto iniziale nel romanzo che potete leggere ora.

Tu hai avuto la possibilità di pubblicaree con una casa editrice importante, ma come valuti la scelta, di alcuni autori, di auto-pubblicarsi?

Qui negli Stati Uniti è abbastanza diverso, nel senso che di storie auto-pubblicazioni di successo ce ne sono sempre di più in tutti i generi, e che la differenza tra auto-pubblicazione e pubblicazione tradizionale si sta via via riducendo. Aiuta senz’altro il fatto che si tratti di un mercato molto più grande, e quindi più ricco di nicchie. In Italia mi pare che sia un po’ meno il caso. Comunque, anche se Meccanica di un addio è pubblicato da una casa editrice tradizionale, questo non significa che le strategie comunicative le faccia tutte esclusivamente Marsilio: c’è un gran lavoro da fare anche da parte mia, perché comunque sono un esordiente che per gran parte della sua vita professionale ha fatto tutt’altro, e quindi dedico molto tempo e cura alla mia presenza online.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A parte le sceneggiature che sono sempre un’infinità di progetti più o meno in parallelo, ho due romanzi da scrivere: un’altra storia ambientata in Brasile, e una invece dedicata alla presenza italiana a New York. Non so quale finirò prima, però.

Be the first to comment on "Abbiamo intervistato Carlo Calabrò, autore del romanzo Meccanica Di Un Addio"

Rispondi